Criticometro

La presa di posizione di Asif Kapadia è netta […] I temi della post-verità, delle derive autoritarie, della crisi della democrazia sono tornati al centro dei dibattiti […] ‘2073’ è insomma un film a tesi più di pancia che di cervello, anche nel suo essere smaccatamente militante.

la fantascienza ormai non anticipa il futuro, lo rincorre […] Le immagini – Gaza, Siria, Amazonia – si accavallano senza tregua, eppure nulla cambia […] Un’opera che interroga, ma non orienta; denuncia, ma non illumina.

Una decisione condivisibile e ammirevole, ma che si riduce purtroppo a una semplificazione eccessiva […] Se l’impeto da cui nasce 2073 è apprezzabile, non si può non cogliere nello sviluppo del film un semplicismo di fondo che rischia di minarne la struttura […] Kapadia si dimentica però di inspessire il discorso, di problematizzare quel che sta mettendo in scena

Operazione lodevole, insomma, ma tarata, forse, da un vizio di forma e da una pregiudiziale ideologica che espone la pellicola a più di qualche ragionevole dubbio critico […] la cornice narrativa mal si sposa con i capitoli documentaristici, rendendo il racconto ipertrofico e la fruizione più faticosa del necessario […] questo doc militante corre il rischio di arrivare in colpevole ritardo rispetto alle urgenze che intenderebbe stigmatizzare.