Criticometro

Black Phone 2 ripercorre i passi di un terrore che affonda le proprie radici sempre nell’infanzia e nell’ingenuità della giovane età […] Black Phone 2 è così: una chiamata inaspettata da un numero che pensavamo di aver cancellato, ma che continua a tornare per chiedere ascolto […] Derrickson non reinventa l’horror, ma lo riconduce alle sue origini più intime e disturbanti - quelle che si insinuano nella mente e non lasciano scampo nemmeno a luci accese.

Black Phone 2 è un sequel agghiacciante che trae spaventi memorabili e temi stimolanti dalle cicatrici persistenti […] Anche se non funziona del tutto, questo è un film scioccante e inquietantemente creativo che cresce in potenza lugubre man mano che procede […] In definitiva, Black Phone 2 non è spaventoso o efficace come il primo film, ma merita un plauso per le interpretazioni e per il suo impegno nel fare qualcosa di diverso e innovativo.

Che Black Phone 2 sia un Nightmare in piena e dichiarata regola non pare affatto un mistero […] Un film, da questo specifico punto di vista, decisamente meno kinghiano e genuinamente più derricksoniano tanto nel cuore quanto e soprattutto nello spirito […] un livello ancor maggiore d’incubotica penetrazione.

Black Phone 2 riesce nel suo intento di essere un sequel all’altezza del primo film, se non addirittura migliore sotto alcuni aspetti […] rimane un piacevolissimo horror da popcorn, perfetto da vedere con gli amici per una serata da brividi e divertimento […] Pur non essendo perfetto e con una narrazione che avrebbe giovato di un ritmo meglio bilanciato

Sembrava un capitolo finito quello di Black Phone dopo l’uccisione dell’antagonista e la rivalsa del giovane protagonista, un epilogo destinato a gettare un faro di luce sopra l’oscurità che ha dominato l’intera narrazione […] La pellicola di Derrickson ha il vanto di saper osare e sfruttare con una certa astuzia i momenti ultraterreni del film […] Sebbene non riesca a raggiungere il livello di grandezza rintracciato nel primo film, Black Phone 2 ha dalla sua parte un egregio cast […]

Ancora più che nel primo film, Derrickson si affida alle capacità recitative dei giovani Mason Thames e Madeleine McGraw […] Ethan Hawke è ancora più spaventoso […] un sequel che approfondisce in modo intelligente e inquietante gli spunti più interessanti del primo film.

Black Phone 2 è un sequel riuscito, che guarda direttamente a Wes Craven e alla saga di Nightmare, mescolando incubo e realtà […] Eppure, ed è qui che Black Phone 2 mostra le sue maggiori qualità, è come se ogni singola inquadratura del film fosse ‘afflitta’ dal male, schiacciata dalla paura […] C’era bisogno che il cinema statunitense si ricordasse delle urgenze scopiche uscendo dal recinto soffocante del cosiddetto elevated horror per tornare a essere materia condivisa, collettiva, popolare.

un sequel che fa decisamente un passo in più rispetto all’originale […] un viaggio più oscuro, più violento e più memorabile […] una discesa inesorabile negli abissi di un Male infinito

un secondo film rigoroso ed efficace […] che ha valso alla pellicola il ruolo acquisito di oggetto di culto […] un sequel dignitoso e inquietantemente allucinante

La libertà creativa quindi permette di affrontare temi più maturi: il trauma, le conseguenze psicologiche degli eventi passati e il modo in cui il male non si limita a un singolo episodio, ma si ripresenta attraverso ricordi e visioni […] Black Phone 2 è decisamente più sopra le righe e splatter rispetto al primo film […] Derrickson dimostra di saper combinare horror splatter e introspezione psicologica, trasformando il trauma dei protagonisti in spettacolo disturbante.

Derrickson ha una rara capacità di incutere terrore con le immagini: il suo orrore è fatto di suggestioni visive, di giochi di luci, di inquadrature studiate che disturbano più di qualsiasi “jump scare” […] L’ultimo atto, ambientato sul lago ghiacciato, è da antologia: tensione perfettamente calibrata, impatto visivo straordinario e un crescendo che culmina in una sequenza che unisce suspense, divertimento splatter e un bel gusto visionario […] Peccato che il film arrivi a questo punto dopo una prima ora appesantita da ridondanze narrative.

Non c’era ragione di continuare, dopo il film del 2021. Meglio, non era possibile continuare, dopo il film del 2021. O forse no. […] Black Phone 2 è un sequel intelligente. […] Scott Derrickson ha trovato un senso dignitoso a un sequel teoricamente impossibile.

Scott Derrickson non è uno come tutti gli altri […] Black Phone 2 pare però impastarlo alle pulsioni degli analog horror e delle backrooms […] Ha l’ostinazione di puntare su ciò che effettivamente centra passando per il lavoro che fa sulle immagini, sulle visioni che si impastano al buio.

Siamo di fronte ad un degno seguito che decide fin da subito di evitare di proporre al pubblico la stessa storia vista nel precedente con le solite piccole differenze […] Tale modifica narrativa porta ad una concettuale: non stiamo parlando di sopravvivere ad un nemico ma di affermare noi stessi, il nostro potere e le nostre scelte […] Quando però tutto è ben chiaro e tutti gli elementi trovano un loro posto, ecco che il ritmo, le motivazioni e anche il senso di paura riescono a prendere totalmente e incastrarsi alla perfezione verso un finale incredibilmente spaventoso.

Derrickson abbandona la claustrofobia urbana del primo, riuscito, film per un orrore più ampio e atmosferico […] Le visioni di Gwen sono puro orrore dal retrogusto Super 8, quadro visivo lividamente sgranato, separato dalla realtà e per questo in forma ancor più spettrale […] Derrickson convince per la visione d’insieme, a partire dal prologo che va in profondità senza shockare e forzare la mano.

Scott Derrickson azzarda una riscrittura di Nightmare nell’oggi, con il Grabber nuovo Freddy Krueger e Gwen come novella Nancy […] Per almeno un’ora gira un grande horror, che passa dai volti tagliati in due agli sfregi nel sonno che tracimano nel reale […] Horror libero, astratto: sequenze anti-narrative che si affidano solo alla magia nera dell’inquadratura, come faceva Mario Bava, restituendo il cinema alla sua dimensione primigenia di sogno e incubo.