Cloud: Recensioni | Criticometro

📽️ Cloud

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Dramma, Crime, Thriller

di Kiyoshi Kurosawa; con Masaki Suda, Kotone Furukawa, Daiken Okudaira, Amane Okayama

Ryusuke Yoshii accumula una piccola fortuna rivendendo in rete, a prezzo maggiorato, merci di varia natura, da borselli a macchinari medici, spesso contraffatte. Per farlo utilizza lo pseudonimo di Ratel, che tra i forum di acquirenti comincia a circolare con una sinistra nomea di truffatore. Il suo mentore, Muraoka, gli propone di investire su una piattaforma di aste online e abbandonare il reselling, ma Yoshii si rifiuta, per dedicarsi totalmente alla profittevole attività di Ratel. Dopo che Yoshii si licenzia dal lavoro regolare in fabbrica e si trasferisce fuori Tokyo per avere più spazio, cominciano a moltiplicarsi episodi minacciosi ai suoi danni, sino ad assumere i contorni di una vera e propria caccia all’uomo.

Recensioni

Divertente, spiazzante, tragico, disperato, Cloud è il segno di resistenza dell’immagine come senso […] Un’opera simile avrebbe meritato uno spazio ben più consono all’interno dei lavori della Mostra […] Dominato da una cupezza annichilente, Cloud è un viaggio agli inferi dove Caronte e Virgilio diventano un’unica cosa.

Non ci sono precise indicazioni di un tempo, se non di quello della contemporaneità smaterializzante e alienante […] Kurosawa riesce come sempre a creare una rarefatta atmosfera di sospensione […] È l’appannamento della visuale che si presenta quando la retina oculare si brucia di fronte agli input visivi di un PC

Cloud, ultima fatica di Kiyoshi Kurosawa – indiscusso pioniere del j-horror – manifesta i fantasmi del web tanto cari al maestro nipponico […] La contaminazione narrativa a cui Kurosawa aveva abituato noi tutti fin dai tempi di Cure – forse sua opera magna – si rivela ancora una volta decisiva […] Presentato fuori concorso all’ultima edizione del festival di Venezia e tristemente penalizzato da una distribuzione su scala nazionale assai proibitiva, l’ultima impresa artistica di Kiyoshi Kurosawa si fa carico dell’esigenza – tipicamente cinematografica – di condannare la società dei consumi in maniera audace e fatalmente austera.

Kiyoshi Kurosawa firma un lavoro che indaga i modi che ha il capitalismo per tradursi in sopraffazione e conflitto aperto […] La metafora del gioco non è particolarmente nuova e il termine ombrello di gamification è ormai ricorsivo nella produzione critica […] L’ambientazione dell’ultima parte di ‘Cloud’ è forse il vero protagonista della macrosequenza action.

Un grande Kurosawa […] Un film stilisticamente diviso in due, ma coerente dall’inizio alla fine nel racconto di un mondo condannato all’abisso […] Anche per questo nella “nuvola” (Cloud) di Kurosawa non c’è spazio per alcuno spiraglio di luce o forma di redenzione.

unificando le fruttuose ambivalenze di uno scavo psicologico, ambizioso nei suoi sottintesi critici e suggestivo […] Per un’ora Kurosawa scava con la lucida maestria dell’Autore nel Grande Ritratto contemporaneo […] un grande autore, dal cinema ancor vivo, inquietante e non imbalsamato

Da qualunque parte li si guardi, sembra che abbiano qualcosa da dire […] Le conseguenze di ciò che accade on-line si manifestano off-line e dal pessimismo nei confronti del digitale si passa a una manifesta (e radicale) perdita di speranza per l’umanità tutta […] Dialogare attivamente con il passato.

Kiyoshi Kurosawa firma una…sadasdas […] “Cloud” prevede la ripresa di quel cinema, ma calato nella contemporaneità […] Kurosawa riesce in modo subliminale a concentrare un orizzonte delle attese per poi ricentrare la narrazione in uno slittamento di senso ma anche di generi.

L’ultimo film del regista nipponico si rivela un’opera asciutta e perturbante, che riflette sul peso dell’odio online e sul confine ormai sottilissimo che separa vita reale e mondo virtuale […] Un film interessante, specie per le tematiche attualissime che affronta […] quello che intende raccontare è forse più interessante del modo in cui te lo racconta

Non solo spietata ricognizione delle dinamiche del capitalismo digitale, ma dolente quanto avvincente presa di consapevolezza della condizione dell’uomo moderno […] C’è, direi, una visione spietata e ultra pessimista dell’essere umano tout court […] Perso in una nuvola di dati, sogni, numeri, ambizioni, che ha virtualizzato tutto, compresa l’idea di violenza in ogni sua forma, e che ha dissolto ogni concezione etica.