Criticometro

Tuttavia, nel suo tentativo di nobilitare l’immagine, il film finisce per farsi prigioniero della sua estetica […] Le interpretazioni sono il vero punto di ancoraggio […] Tipping si muove con sicurezza, ma senza un reale scatto autoriale.

La nuova grande produzione di casa Peele, però, non sembra aver ottenuto i risultati sperati […] una pellicola che non si mostra mai forzatamente intellettuale o “diversa” ma che anzi proprio nel suo essere standard può risultare in una visione tutto sommato piacevole seppur non memorabile […] questa semplicità, unita all’hype costruito attorno al nome di Jordan Peele “soltanto” in produzione […] ha portato i più ad ignorare il film

La storia ruota attorno a Cameron “Cam” Cade, giovane promessa del basket cresciuto nel mito di Isaiah White, stella leggendaria dei San Antonio Saviors […] Tipping filma il dolore come ossessione e la gloria come malattia ereditaria […] Le interpretazioni sono il vero punto di ancoraggio.

Gli eventi proseguono in maniera lineare e prevedibile, anche se senza mai annoiare […] Gode però di un’ottima performance da parte di Tyriq Withers, una giovane promessa nel campo attoriale […] L’alta società a cui il protagonista viene introdotto diventa l’ambiente horror della vicenda, al pari di una casa infestata all’interno della quale potrebbe nascondersi qualsiasi creatura ostile

È un’opera che gioca con immagini potenti, sequenze oniriche e allucinatorie che cercano di stupire e lasciare il segno, ma che faticano a tradursi in una narrazione convincente […] L’idea di fondo – il sacrificio necessario per diventare il G.O.A.T. – è forte, ma si perde in un eccesso di stimoli che finiscono per inghiottire la storia […] Alla fine resta più l’impressione di un esercizio di stile che di un racconto compiuto: un progetto che osa, ma che non attecchisce davvero.

** Him funziona bene sulla carta, ma rimane soprattutto un buon pitch che non riesce a trasformarsi in una storia davvero coinvolgente […] L’impressione è di non conoscere davvero il protagonista, le cui reazioni, da un’inquadratura all’altra della stessa scena, appaiono sconnesse e poco credibili […] Jordan Peele voleva sostenere un film simile ai suoi ultimi successi, senza rendersi conto che ** Him non poteva reggere il confronto, mancando di un’ideologia forte.

Un’opera visionaria e caotica che mescola sport, allenamenti intensivi e metafore religiose […] Su un punto però Tipping ha ragione, ovvero che è meglio essere odiati che lasciare del tutto apatici gli spettatori […] L’effetto, però, è più confusionario che stupefacente.

L’idea è limpida, persino necessaria: lo sport di massa, oggi, è davvero una religione laica fatta di miti, simboli, gesti ripetuti che hanno la forza di un rito collettivo […] Ciò che nel progetto di partenza appare come il nucleo di un discorso potente, sullo schermo resta frammentato, ridotto a suggestione […] Il limite più evidente però è la scrittura. Cade rimane una figura passiva, più bersaglio che soggetto.

La forma è così dominante da divorare il racconto […] Ogni volta che Isaiah esce di campo, il film perde pressione; quando rientra, ritrova nervo, ironia nera, ambiguità […] un oggetto contraddittorio e ipnotico: una partita di grande spettacolo e scarsa costruzione, in cui il racconto finisce per essere il vero sacrificato.

Him mostra il lato morboso e oscuro del sogno americano […] Ansiogeno e claustrofobico nelle premesse, Him perde, quindi, progressivamente, di consistenza e credibilità […] Buona l’idea, le interpretazioni e la tensione iniziale, peccato per la deriva grottesca e lievemente goffa che fa precipitare il film nella sua parte finale.