Shelby Oaks - Il covo del male: Recensioni

L’esordio di Chris Stuckmann non sa sempre cosa vuole raccontare, ma sa benissimo come mostrarlo […] Il problema vero è il terzo atto: il film parte come puzzle paranoico, flirta con l’ambiguità psicologica e poi butta sul tavolo rituali satanici […] Il risultato è un ibrido affascinante a tratti, ben diretto, ben fotografato, sorretto da una protagonista intensa, ma incastrato in una scrittura che confonde ‘complesso’ con ‘ingolfato’ e ‘ambiguo’ con ‘confuso’.

Confermandosi un’opera prima a tutti gli effetti […] Stuckmann non è un incendiario e non ha la pretesa di rivoluzionare il genere […] Il risultato è però un 3×1 dove ogni segmento sembra invece fare caso a sé.

Questo passaggio ha un duplice effetto: da un lato, riporta il pubblico a una dimensione quasi “reale”, imitazione del documentario; dall’altro, toglie tensione rispetto ai momenti iniziali […] non è solo “cosa stai filmando?”, ma “chi sei quando filmi, e cosa diventi?” […] I media (YouTube, cassette, interviste) non sono solo uno strumento di stile, ma parte integranti della tematica. Il film riflette su come essi modifichino la verità, la memoria e l’identità.

Tuttavia, dopo un inizio sorprendente, Shelby Oaks scivola verso formule già ampiamente battute, trasformandosi in un prodotto derivativo che tradisce le sue premesse più interessanti.” […] “Un peccato, perché proprio nel crocevia tra realtà digitale, folklore moderno e immaginario collettivo Shelby Oaks avrebbe potuto trovare la sua compiutezza ideale.” […] “un progetto animato da entusiasmo e buone intenzioni, ma alfine scialbo, confuso, inconsistente.

Invece si rivela un esercizio di stile che copia senza innovare […] Stuckmann passa dal found footage iniziale a una regia tradizionale ultrapatinata che toglie ogni grammo di tensione […] Un’occasione sprecata che si dimentica appena finisce.

Questa soluzione che avvia la storia risulta enigmatica e interessante allo stesso tempo […] Il film, infatti, gioca continuamente con ricordi confusi, testimonianze contrastanti e materiale video ambiguo […] Peccato, però, che andando avanti con la storia questa componente di freschezza cominci a venir meno

Un amore a tratti eccessivo nella sua filologia, e difatti la parte meno riuscita della pellicola è quella iniziale […] Ma anche tremendamente sincera e personale […] Chris Stuckmann esordisce con un horror elementare ma non privo di fascino, che dimostra soprattutto un grande amore per il genere.

Shelby Oaks – Il covo del male si presenta come un’operazione alla Blair Witch Project, ma con la particolarità di contaminare il found footage con il cinema horror classico […] strappandoci qualche brivido e un finale inatteso […] Chris Stuckmann infarcisce la pellicola di citazioni di classici del brivido […] dimostrano la passione e l’affetto che l’autore nutre per il genere.

Nascosto dalla voglia di (stra)fare […] si intravede qualcosa di genuinamente interessante nella regia di Chris Stuckmann […] un horror derivativo e appassionato, una dichiarazione d’amore al genere, ma che purtroppo risulta scollato e discontinuo […] L’inquietudine, quasi schizzata e imprevedibile, suggerita fin dalla prima sequenza, finisce per adagiarsi.

il film risulta diseguale ma interessante: fascinoso alla luce dell’avvedutezza che il neo-regista dimostra nei confronti del panorama di Youtube e dei blog di video sharing, ben recitato e originale nella struttura […] l’esito sa farsi apprezzare per spinta e – seppur non del tutto ripagato – un certo coraggio […] un film da tenere d’occhio per un buon intrattenimento che però non s’assolutizza sotto la categoria del ‘solo content’

sorprende perché quel riferimento è solo un’esca: dopo il primo quarto d’ora mockumentary, il film cambia pelle, abbandona l’estetica del finto reportage e si muove in direzione dell’horror fictional classico […] Manca di compattezza narrativa e di un finale realmente soddisfacente, ma quando decide di spingere sul pedale della paura Struckmann dimostra un talento notevole nel costruire l’atmosfera e incutere timore […] Se questo è il primo film di Stuckmann, c’è davvero da essere curiosi per i prossimi.

Nonostante le buone intenzioni, il film fatica a mantenere la tensione e a distinguersi in un panorama horror già saturo […] Stuckmann sembra voler parlare di tutto: del rapporto tra sorelle, dei sensi di colpa, del ruolo delle figure femminili nella dinamica del terrore, del peso dei ricordi, ma nessuno di questi elementi riceve lo sviluppo necessario […] Un’opera prima promettente ma irregolare, che merita attenzione per le sue intuizioni visive ma che non riesce a valorizzare appieno gli spunti più interessanti della sua storia.

La prima parte del film, quella in cui lo stile è pienamente quello del mockumentary funziona bene, pur nel suo essere già visto […] Il problema nasce quando il regista decide di abbandonare improvvisamente e totalmente lo stile […] Il risultato è un film che non trova mai una vera identità: un insieme di cliché che lascia l’impressione di un autore ancora acerbo.

Nonostante qualche momento morto e alcuni cliché tipici del genere, Shelby Oaks ha la capacità di creare emozioni forti. […] Tramite un uso sfizioso del sonoro e una scelta lungimirante della fotografia, Shelby Oaks si rivela terrificante minuto dopo minuto, concedendo al pubblico diversi brividi di paura. […] Purtroppo non tutto funziona, specialmente sul finale, dove avvengono cose interessanti, ma altre poco convincenti.

Il film trasforma l’ossessione per il male reale in un horror che vive di assenza, vuoti e silenzi […] solidissimo finché cela, preannuncia e affida la paura all’istinto dello spettatore […] ha almeno un terzetto di momenti che con passo lento, o addirittura compassato, si fanno grande, grande cinema.

Un debutto ambizioso ma disomogeneo che conferma la passione del regista per il genere, senza però riuscire a trasformarla in un vero incubo […] L’atmosfera graffiante di indagine sull’occulto evapora però velocemente quando s’innestano gli elementi più smaccatamente soprannaturali […] Troppe suggestioni si accavallano allora in questo pastiche soprannaturale

Ci sono all’incirca tre film dentro Shelby Oaks – Il Covo del Male […] il film interessante (la prima mezz’ora), quello un po’ deludente (l’ultima ora), e il film che servirebbe come il pane, ma non c’è […] È quando cerca di essere un horror più convenzionale, che perde slancio […] È un film posseduto dall’ombra di tanti fantasmi: film solo ipotetici, film seducenti, film incompleti.

Un pastiche derivativo […] un’opera profondamente problematica […] manca la suspense, manca la motivazione, manca il cuore primigenio del terrore

Più che accendere il diavolo nel di lei grembo, il film sembra suggestionarsi da solo, inseguendo alcuni affluenti dell’horror ultimo corso […] La scrittura non aiuta. Il lutto di Mia, la sua ossessione per Riley, il legame infantile con il demone immaginario rimangono su carta intestata: dichiarati, mai incarnati […] Stuckmann predilige le atmosfere al puro spavento a scatto, lo si intuisce, ma non sa resistere alla tentazione di ‘annunciare’ i suoi effetti, vanificandoli: quando tutto è potenziale jump, niente spaventa davvero.

Shelby Oaks tenti una navigazione randomica attraverso il mare magnum dell’horror non per farne una tassonomia, ma per dimostrare come si possa ritrovare una libertà creativa - magari goffa, magari scoordinata - capace di scardinare un po’ di abitudini, se non di regole […] va riconosciuta a Stuckmann la capacità di costruire una bella tensione, e di stendere il suo spettatore con almeno un paio di spaventi davvero ben assestati […] in molti troveranno da ridire, a ragione, sul finale un po’ troppo forzato

Criticometro

📽️ Shelby Oaks - Il covo del male

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