The Sweet East: Recensioni

📽️ The Sweet East

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2 Negative

Commedia, Dramma

di Sean Price Williams; con Talia Ryder, Earl Cave, Simon Rex, Ayo Edebiri

Una liceale all’ultimo anno dalla Carolina del Sud scopre per la prima volta il mondo fuori casa, ammirando le pittoresche città e i boschi della costa orientale durante una gita scolastica a Washington.

Recensioni

Benedetto dal talento di una folgorante Talia Ryder […] un autocompiaciuto e vanaglorioso gesto cinematografico […] Un’esperienza onanista e ruffiana che dice più di chi vi sta dietro, che non di una generazione disillusa, esaurita, apolitica, immobile nei suoi complessi.

Le tappe di questo viaggio fra la follia a stelle e strisce si tingono così di una forte vena surreale, che il regista vorrebbe coniugare con la critica sociale e l’analisi del presente: invano, dato che la visione si riduce a una serie di noiosissime eccentricità che la protagonista attrae come una calamita senza una vera motivazione o logica.

Le tappe di questo viaggio fra la follia a stelle e strisce si tingono così di una forte vena surreale […] la visione si riduce a una serie di noiosissime eccentricità che la protagonista attrae come una calamita senza una vera motivazione o logica.

Un’opera prima libera, originale e senza compromessi, destinata allo status di cult movie […] The Sweet East è la sua grande allegoria dell’Incubo Americano, cercato e ritratto in quei luoghi che si alternano tra metropoli senza storia e spazi sconfinati, in cui ogni uomo è un’isola, ogni ideologia un nuovo pianeta.

Un ritorno al grande romanzo americano […] Proprio nei suoi alti e nei suoi bassi, nei suoi vertici eccitatori e nelle sue stasi naturalistiche, si rivela il progetto estetico-politico del film: ritrovare la possibilità di romanticizzare l’America e il suo paesaggio

Accompagnato dalla protagonista, il film si lascia trasportare in questo ottovolante di sensazioni alla riscoperta della barbarie e della bellezza dell’America […] Proprio nei suoi alti e nei suoi bassi, nei suoi vertici eccitatori e nelle sue stasi naturalistiche, si rivela il progetto estetico-politico del film: ritrovare la possibilità di romanticizzare l’America e il suo paesaggio

Vivace ed eccentrico, d’accordo, però l’eccessivo ripiegarsi nelle digressioni sconfina nel compiacimento […] il rischio che tutto si riduca al trollaggio resta più che un sospetto.